Ultimo Aggiornamento aprile 18th, 2021 10:43 AM
Feb 20, 2021 Attualità, Cultura e Società 0
TOLLO – Dal Piemonte alla Sicilia le Città del Vino preparano per l’estate 2021 la prima vendemmia turistica su scala nazionale. La raccolta manuale delle uve diventa così un’esperienza didattica per avvicinare per qualche ora al mondo della vigna, in una fase di forte valenza pratica e simbolica, un pubblico d’appassionati, di professionisti, di giovani, di semplici curiosi e amanti del vino. Un modo originale, anche, di promuovere centinaia di territori “minori” vocati all’enogastronomia, borghi e piccoli Comuni, ricchi di sapori ed eccellenze artigianali, attraverso una breve esperienza di enoturismo attivo. Il progetto pilota è stato lanciato lo scorso settembre dal Comune di Alba (Cuneo), poi adottato da Asti e Alessandria, le altre due province delle colline del vino piemontesi patrimonio dell’umanità Unesco – attraverso un protocollo d’intesa con le principali associazioni agricole, l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal, servizio di prevenzione e sicurezza – e che adesso arriva sul tavolo dei sindaci di 460 Comuni italiani a vocazione vitivinicola ed enoturistica, da Barolo – Città del Vino Italiana 2021 – a Marsala (Trapani), passando per Conegliano (Treviso), Usini (Sassari), Montalcino (Siena), Suvereto (Livorno), Tollo (Chieti) e per tantissimi altri paesi-simbolo del vino italiano di qualità, riuniti nell’Associazione Nazionale Città del Vino. Proprio il comune di Tollo sta preparando, come già disciplinato ad agosto 2020 dal Comune di Alba, il protocollo che qualifica la vendemmia didattica come attività integrativa e connaturata allo sviluppo turistico del territorio, inserita nell’ambito delle attività enoturistiche “ai sensi dell’art. 1 c. 502 della legge 27 dicembre 2017 n. 205 e del decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 12 marzo 2019”. Si tratta, in sintesi, di attività non retribuita, ristretta a poche ore e non oltre l’arco della giornata, rivolta a un pubblico attento di turisti enogastronomici, legati al soggiorno nelle strutture ricettive del territorio oppure in visita giornaliera alle cantine. La vendemmia enoturistica ha dunque carattere strettamente culturale, ricreativo e didattico, è rivolta a un numero di persone limitato e comunque in misura proporzionata alla dimensione della vigna. L’operatore enoturistico dovrà garantire ambienti adeguatamente attrezzati per la tipologia di attività svolta, conformi agli strumenti urbanistici ed edilizi nonché alla normativa sulla sicurezza degli impianti, e dotarsi di assicurazione di responsabilità civile verso terzi per danni a cose e persone. Pur non rientrando nella normativa a tutela dei lavoratori, le operazioni di raccolta di uve e gestione di pratiche agricole si svolgeranno nel rispetto delle norme e discipline igienico-sanitarie e di sicurezza, dal momento che sottopongono a rischi i partecipanti, i quali saranno tenuti anche al rispetto della normativa anti-covid.
Benedetta Paludi
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